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Ghetto d'Italia, l'inchiesta di Leonardo Palmisano

All’interno della “Festa dei Popoli”, una settimana dedicata alla scoperta della ricchezza culturale nocese, celata nelle tradizioni, nei costumi e nelle lingue dei numerosi gruppi etnici che fanno ormai parte integrante della nostra cittadina, grande spazio è stato riservato al dialogo, da sempre strumento costruttivo per una corretta comprensione.

Mercoledì 14 dicembre, in particolare, presso il Chiostro delle Clarisse, l’associazione letteraria de “I presidi del libro” ha ospitato Leonardo Palmisano, uno dei due autori dell’audace inchiesta “Ghetto d’Italia”.

Il libro può considerarsi uno spaccato nudo e crudo di quell’Italia che non si vuole raccontare, che i media volutamente nascondono ma che esiste ed è più vicina a noi di quanto si possa credere. La realtà del ghetto, non è confinata nei capitoli del nazismo dei nostri polverosi libri scolastici, ma permane ancor oggi, nel 21esimo secolo, in tutte quelle forme di sfruttamento della manodopera straniera nei campi agricoli.

“Un fenomeno diffuso non solo al sud - ha spiegato Palmisano aggiungendo - anche a nord esiste, ma rimane più pulito, nel senso che non se ne lascia traccia. L’uso dei voucher in agricoltura è un abominio. E gran parte degli extracomunitari sono costretti ad accettare tutto questo solo perché in Italia il permesso di soggiorno è strettamente legato ad una professione lavorativa o presunta tale”.

Dietro questo sistema, una forma di schiavitù a tutti gli effetti, una realtà ben più complessa che riconduce al caporalato, macchinato da una serie di organizzazioni minori a scopo malavitoso: “A questi uomini non è permesso nemmeno di mangiare quello che raccolgono, vittime qual sono di un sistema criminale organizzato e ben radicato nel nostro paese - ha dichiarato Palmisano. L’inchiesta, condotta per presa diretta, assume quasi i tratti di un diario di bordo. Palmisano e il collega camerunense Yvan Sagnet hanno dato spazio a quell’umanità ingiustamente negata ma che si mantiene vivida nei cuori gremiti di speranza di questi lavoratori, fantasmi di una società ipocrita. Allora come si dovrebbe procedere per far fronte a questa emergenza? Palmisano non ha dubbi: “E’ necessario modificare il nostro indirizzo di valore; prima che consumatori, siamo dei cittadini, facenti capo ad una stessa comunità. In questo senso più che una scelta individualistica, per assecondare al nostro bisogno primario all’alimentazione, dovremmo  fare una scelta di tipo comunitario, sostenendo quei gruppi di acquisto equo e solidale che contano già una discreta presenza sul nostro territorio. Infine, ridare importanza al lavoro artigiano, da sempre vero motore del sistema economico”

Stefano Verdiani, presidente dei Presidi del Libro di Noci, ha dialogato con l’autore dedicandosi anche alla lettura di alcuni dei passi più significativi del testo.

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